ASSOCIAZIONE T.A.B.U.
TUTELA AMBIENTE BIOLOGICO UNIVERSALE
Nel 1996 un gruppo di studiosi e appassionati ha dato vita all’Associazione T.A.B.U., nell’intento di gettare un seme di scandalo e riflessione critica riguardo alla situazione del pianeta. Una gestione illuminata del mondo potrebbe, nell’arco di dieci anni, allontanare l’eco-catastrofe. Al contrario, nulla di ciò che è urgente viene fatto e si persevera nell’errore. Se i valori dell’Uomo non sono in grado di fargli cambiare rotta, significa che occorre cambiare questi valori. L’Associazione T.A.B.U. non si limita a fare “ecologismo” o volontariato per la conservazione naturalistica (pur questa encomiabile). Essa è nata perché altrove non esisteva una consapevolezza a tutto campo sui motivi per i quali il mondo versa nell’attuale condizione. Esistono precise responsabilità, che però non vanno ricondotte al singolo cittadino né ai potenti della terra individualmente. Sono le idee, le convinzioni di cui sono portatori i potenti così come la stragrande maggioranza della gente ad essere sbagliate. La conseguenza di queste convinzioni è sotto gli occhi di tutti.
T.A.B.U. realizza una formazione di tipo scientifico e psicologico, per trasformare ogni aderente in una persona in armonia con sé stessa e con l’ambiente.
T.A.B.U. ha iniziative di tutela della flora alle quali ciascuno può contribuire divertendosi e imparando.
T.A.B.U. intrattiene rapporti organici con intellettuali ed esponenti politici europei di vari schieramenti, per far arrivare la sua voce in un ambito di discrezionalità.
T.A.B.U. intende promuovere un progetto complessivo di riorganizzazione sociale. Tale progetto dal 2005 si ispira all’Iperlogica, nata come nuovo approccio ai problemi complessi e concezione scientifico-filosofica formulata nel volume omonimo ed arricchitasi con approfondimenti e scritti vari.
Formazione: percorso evolutivo degli aderenti all’associazione T.A.B.U.
T.A.B.U. è la naturale dimensione aggregativa di chi non si rassegna al disastro in cui versa il mondo; partecipare alla T.A.B.U. è anche un antidoto al degrado della nostra essenza individuale, che con il mondo esterno è in relazione di dipendenza.
Esistono ormai nella civiltà occidentale fortissime spinte disgreganti, che si traducono a livello individuale nei seguenti fenomeni: perdita di identità, incapacità a mantenere nel tempo i legami sentimentali, ansia crescente nell’affrontare i problemi di sussistenza, malattie degenerative.
ALCUNI TEMI TRATTATI DURANTE IL PERCORSO
Ecotossicologia, ecologia, biodiversità, protezione biologica delle colture, psicologia sociale, rapporto uomo-ambiente, equilibrio psicofisico dell’individuo, economia sostenibile, nutrizionismo.
Tutela naturalistica: progetto flora autoctona
Col progetto Flora Autoctona l’associazione T.A.B.U. ha sviluppato competenze riguardanti la ricerca, la riproduzione via seme e la reintroduzione nell’ambiente di piante rare o poco comuni del territorio italiano. Attualmente è attiva una stazione sperimentale di riproduzione, ossia un vivaio dove queste piante crescono. Le specie prevalentemente presenti sono specie arbustive ed erbacee che hanno subito nell’ultimo mezzo secolo una forte riduzione della popolazione selvatica. La T.A.B.U. offre inoltre la possibilità ad ogni associato di contribuire al progetto allevando, da semi che T.A.B.U. stessa procura, piante che saranno poi reintrodotte nell’ambiente. Tutti i ceppi vegetali provengono da allevamenti controllati o da semi raccolti in varie regioni italiane, le stesse nelle quali avverrà la reintroduzione. La produzione di semi è garantita per lo più da piante adulte site in area privata e protetta.
Ogni associato alla T.A.B.U. può ricevere, nel corso dell’anno sociale, un certo quantitativo di semi per una specie vegetale da coltivare e diffondere. L’elenco delle specie disponibili è depositato presso l’Associazione.
Le attività all’interno del progetto richiedono, almeno da parte dei responsabili, competenze ecologiche e botaniche e rapporti col mondo universitario e con strutture quali oasi, parchi e riserve. Si è però cercato di coinvolgere nel progetto anche tutti gli associati che desiderano fare concretamente qualcosa di utile in modo scientificamente corretto.
Progetto per una nuova civiltà
La incapacità dell’attuale dirigenza politica mondiale nell’affrontare la crisi dell’ambiente diviene ancora più conclamata nei mega vertici sui problemi del pianeta. Dall’Earthsummit di Rio de Janeiro (1992), che sembrava aver impresso una svolta decisiva, gli esperti descrivono uno scenario in rapido aggravamento, chiedendo con insistenza un’inversione di tendenza che appare però un miraggio.
Data la situazione, è necessario interrogarci su ciò a cui si ispirano le grandi scelte sociali contemporanee, ossia sulla morale corrente.
Cos’è poi la morale, da cosa nasce la sua esistenza? Si cerca e si adotta una morale per risolvere possibili conflitti di interesse.
LA MORALE NON RIGUARDA LA PERSONA IN SÉ MA IL SUO RAPPORTO COL MONDO
Si adotta una morale accettando regole di interesse comune, quindi aderendo ad un progetto generale. Anche nelle normali relazioni sentimentali l’individuo reagisce violentemente nei confronti dell’altro non quando c’è minor corresponsione emotiva, per sua natura fluttuante, ma quando viene rinnegato il progetto condiviso. Le frasi più ricorrenti: “ma allora tu lo hai fatto solo per…” “ non avevi realmente intenzione di…”.
LA MORALE È IL PROGETTO
È la consistenza del progetto a fornire un contenuto morale alle azioni della persona. Un soldato in guerra uccide per un progetto che riguarda tutta la società cui appartiene, un delinquente uccide per un progetto ben più limitato.
Quando una persona partecipa ad un progetto sociale si differenzia e si qualifica rispetto ai progetti economici dai quali viene normalmente usata.
Un’azienda ha sempre per sé un progetto nel breve e nel medio termine, magari ce l’ha anche per i dipendenti se la gestione è intelligente, ma certamente non ha un progetto per tutta la società.
Ecco perché il potere economico, quando è troppo grande, diviene immorale; oggi la grande finanza internazionale sta cambiando l’intera realtà, senza però avere alcun progetto che la riguardi.
Là dove manca un progetto non può esserci morale; i comportamenti delle grandi entità economiche non sono qualitativamente diversi da quelli della criminalità organizzata perché avulsi da criteri di interesse generale, pur se capaci di influire estesamente sulla società.
E TU PER COSA VIVI?
Quale progetto hai per il mondo, qual’ è la tua moralità?
Qual’ è il mondo che vogliamo, l’unico possibile? Ci sono scelte indifferibili che una Civiltà consapevole deve compiere, esse possono essere riassunte in due diverse priorità, l’una per i cosiddetti Paesi avanzati e l’altra per i Paesi a basso livello di industrializzazione ma elevato tasso di crescita demografica.
IL PROGETTO
Nei Paesi avanzati è prioritario commisurare tutte le attività umane alla dimensione del territorio ed alla sua capacità di smaltimento dei rifiuti (gassosi, liquidi e solidi). Ciò comporta il contenimento della popolazione e degli sprechi, agendo innanzi tutto sull’immigrazione e la riduzione dei trasporti, favorendo in tutti i modi la stanzialità del nucleo familiare (poter vivere e lavorare nello stesso luogo) ed il consumo dei prodotti locali. Energia solare, idroelettrica, geotermica ed infine eolica sono le sole risorse sulle quali abbia senso investire.
Per ogni tipo di prodotto ammesso al mercato ne va considerato l’impatto ambientale a livello di produzione ed a livello di consumo o di uso; molti prodotti andrebbero vietati, altri andrebbero realizzati con materiali diversi, gli imballaggi vanno ridotti in volume e realizzati solo con materiale ad hoc. Si arriverebbe a produzioni più essenziali, generalmente durevoli e realizzate con materiali che riducano al minimo i problemi di smaltimento. I criteri usati in campo edilizio e nel settore degli autoveicoli devono mutare radicalmente, prevalendo il risparmio energetico su ogni altra necessità. Anche il commercio e la pubblicità andrebbero rivisti in blocco, riconsegnando tali attività all’economia locale che dà lavoro e sottraendole alla macroeconomia che il lavoro lo fa sparire(o lo sposta ove vige il dumping sociale e ambientale).
Nei Paesi a basso livello di industrializzazione la necessità impellente è rivalutare l’economia tradizionale, quasi sempre basata su una natura non ancora stravolta, quindi molto più eco-compatibile dell’economia occidentale.
Questi Paesi devono cessare di essere considerati il “mercato del domani” ma, al contrario, le casseforti per quei beni naturali altrove già dissipati. Gli aiuti internazionali dovrebbero essere concessi solo in cambio di tutela dei territori e controllo demografico; ciò ridurrà automaticamente fame e malattie. In ogni area geografica occorre bloccare la deforestazione e ripiantare ovunque si può.
IL TUO RUOLO
Con pochissime frasi abbiamo tratteggiato ciò che bisogna fare, quindi un progetto, una morale. Essa si scontra idealmente con progetti diversi, che possono sembrare attraenti o addirittura giusti per i più sprovveduti, ma che in realtà nascondono solo un disastro senza fine. Progetti alternativi veri e propri non ne esistono; residui “ideologici” anacronistici condizionano pesantemente il percorso della storia, ostacolando la percezione di ciò che è urgente e opportuno. Il mondo ha assolutamente bisogno di un progetto vero e sensato per poter affrontare il presente: in altre parole di una morale attuale. La stragrande maggioranza delle persone è piena di problemi (economici, di salute, affettivi…) e si rigira nelle proprie miserie come un drogato nel suo vizio. L’emotività che non si libera verso una nuova dimensione morale, rimane compressa, bloccata da risentimenti, paure, insicurezze.
La realtà che ci circonda è la più potente delle medicine, con le sue evidenze può affrancarci dal nostre torpore. Quando l’individuo riprende contatto con la realtà, quindi con Dio stesso, si fa strumento del cambiamento: ritrovando una via egli ritrova anche se stesso.
La Vita protegge chi protegge la Vita.
L’iperlogica ti svela le distorsioni a cui ci costringe la mentalità dominante, ti apre uno scenario concettuale dagli sviluppi inattesi.